La Commissione Ue chiede ai suoi funzionari di non usare i software di intelligenza artificiale nella redazione "di testi pubblici, in particolare quelli giuridicamente vincolanti", e "per processi critici e urgenti". E' quanto si legge in un documento interno inviato ai dipendenti, di cui l'ANSA ha preso visione. Le linee guida fanno riferimento esplicito a strumenti di IA come ChatGpt. "Il personale - viene sottolineato - non deve mai condividere informazioni che non siano già di dominio pubblico, né dati personali, con modelli di IA generativa disponibili online" e "deve valutare criticamente" i risultati prodotti dai software.
Nel frattempo il ceo di OpenAI, la casa madre di ChatGpt, Sam Altman, ha proseguito la sua missione in Europa, approdando a Bruxelles. Dopo aver fatto tappa a Varsavia, Madrid, Parigi, Berlino e Londra, l'amministratore delegato ha incontrato incontrare la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. A quanto si è appreso, al centro del colloquio vi è stato l'AI Act europeo, la proposta di legge ancora in fase di negoziato per fissare i paletti all'uso dell'intelligenza artificiale nel Vecchio Continente. Sul tavolo anche il nuovo patto volontario globale sull'AI lanciato da Ue e Usa per disegnare regole universali per la tecnologia emergente da attuare ancor prima dell'entrata in vigore delle norme comunitarie.
Il confronto tra Altman e i vertici europei è comunque destinato a proseguire anche nelle prossime settimane. Stando a quanto riferito da fonti Ue, il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, volerà a giugno a San Francisco per un confronto con Altman con l'obiettivo di convincere il ceo del software più celebre del settore a unirsi a un gruppo di major - comprese le Big Tech - per aderire ai nuovi standard globali.
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