Intel scommette sulla Polonia e lo fa con un investimento da 4,6 miliardi di dollari destinati alla costruzione di un impianto di assemblaggio e test di semiconduttori con sede a Miękinia, in Bassa Slesia. L'iniziativa è stata annunciata dal premier polacco, Mateusz Morawiecki, e dal ministro per gli Affari digitali, Janusz Cieszyński. Si tratta del "più grande investimento straniero nella storia della Polonia - ha dichiarato Cieszyński - lo stabilimento contribuirà in modo significativo a garantire una fornitura affidabile di semiconduttori all'industria europea, ma sosterrà anche lo sviluppo di tecnologie all'avanguardia in Polonia".
L'investimento, che dovrebbe creare 2.000 posti di lavoro e migliaia di posti nell'indotto, è in linea con il Chips Act Ue, che prevede di conquistare una quota del 20% nel mercato globale della produzione di chip entro il 2030 con l'obiettivo di ridurre l'esposizione alla Cina e alle interruzioni della catena di approvvigionamento.
L'iniziativa rientra nel piano, annunciato dal colosso statunitense leader mondiale nella produzione di microprocessori, volto a "portare la sua tecnologia più avanzata in Europa, creando un ecosistema di chip europeo di prossima generazione e rispondendo alla necessità di una catena di approvvigionamento più equilibrata e resiliente". Un piano da 80 miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio nella catena dei semiconduttori, dalla ricerca e sviluppo (R&S) alla produzione fino alle tecnologie di imballaggio all'avanguardia. Gli investimenti riguarderanno oltre alla Polonia, anche Italia, Germania, Francia, Irlanda e Spagna. Per l'Italia, si prevede un investimento fino a 4,5 miliardi per "un impianto di produzione back-end all'avanguardia". "L'interlocuzione per il piano Intel è attiva", riferiscono fonti del ministero dell'Industria. L'investimento dovrebbe creare circa 1.500 posti di lavoro Intel e altri 3.500 posti di lavoro tra fornitori e partner, con attività che partiranno tra il 2025 e il 2027.
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