L'utilizzo del solo prezzo come incentivo nelle aste dell’eolico ha provocato una "corsa al ribasso". L'introduzione di criteri diversi dal prezzo ricompenserà il valore sociale, economico e ambientale offerto dalle industrie europee di energia pulita e incentiveranno soluzioni innovative per la sostenibilità, la protezione della biodiversità e l'integrazione dei sistemi. E’ la proposta principale di WindEurope, l’associazione Ue del settore eolico, per “rafforzare” il Net Zero Industry Act. Esempi concreti di questi criteri non di prezzo, sono dare punti extra agli sviluppatori che offrono tecnologia europea, sicurezza informatica, e "due diligence" per assicurare di non approvvigionarsi da fornitori che non rispettano l’ambiente e i diritti umani.
Secondo WindEurope gli obiettivi Ue per produrre con l’eolico il 43% del consumo di elettricità in Europa entro il 2030, rispetto all'attuale 17%, significa costruire 30 GW di nuovi parchi eolici ogni anno e senza una “cura ricostituente” il Net-Zero Industry Act (NZIA) non sarà sufficiente e sarà necessario costruire parchi eolici con turbine prodotte al di fuori dell'Europa, molte delle quali in Cina.
Gli ultimi dati mostrano che l'industria europea dell'energia eolica, con i suoi 300.000 dipendenti, ha contribuito con 42 miliardi di euro al PIL dell'UE nel 2022, sottolinea WindEurope. Ogni nuova turbina eolica installata in Europa ha generato in media 11 milioni di euro di attività economica. E l'industria eolica ha pagato 7 miliardi di euro di tasse, comprese le tasse locali pagate alle comunità che vivono vicino ai parchi eolici.
“Ci sono oltre 250 stabilimenti in tutta Europa che producono turbine e componenti. Ma ci sono già dei colli di bottiglia nella filiera eolica europea – si legge ina una nota dell’organizzazione - l'industria eolica deve acquistare cavi elettrici, riduttori e persino torri d'acciaio dalla Cina. Stiamo costruendo alcune nuove fabbriche, ma non abbastanza per la massiccia espansione dell'energia eolica di cui l'Europa ha bisogno”.
“Il denaro pubblico deve sostenere l'espansione delle filiere verdi, come fa in altre parti del mondo – dichiara il Ceo di WindEurope Giles Dickson –, altrimenti il Green Deal dell'Ue sarà prodotto al di fuori dell'Europa e l'Europa scambierà semplicemente la sua dipendenza dal gas russo con una dalle apparecchiature cinesi per l'energia pulita. Le nostre filiere verdi esistenti portano posti di lavoro, crescita e investimenti a migliaia di comunità. Dobbiamo svegliarci e preservarlo E costruire su di esso. NZIA è la nostra occasione. Non dobbiamo far saltare tutto”.
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