Le politiche per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici dovrebbero tenere conto dei fattori comportamentali che aumentano o limitano la propensione a investire nelle ristrutturazioni da parte dei proprietari. E’ la raccomandazione dell’Agenzia europea per l’Ambiente, che in un documento su “un approccio comportamentale al rinnovamento degli edifici” passa in rassegna i fattori non monetari, culturali e sociali che invogliano o inibiscono i proprietari degli appartamenti quando si trovano di fronte alla scelta di fare lavori per la ristrutturazione energetica.
L'analisi dell'Aea indica che il miglioramento delle condizioni abitative e degli edifici è tra i fattori "non monetari" più importanti. Inoltre, va considerato l'aspetto estetico. L'intenzione di migliorare l'aspetto delle loro case è una motivazione importante che spinge i proprietari a eseguire lavori di ristrutturazione. In questo approccio, “la riduzione del consumo energetico è percepita solo come un vantaggio collaterale della ristrutturazione”.
D’altro canto, il disagio della ristrutturazione, che può implicare passare lunghi periodi fuori casa o con una casa non pienamente funzionale, è una delle barriere più più rilevanti. Tra gli altri ostacoli alla ristrutturazione, lo studio elenca fattori come il rischio finanziario, correlato alla difficoltà di accesso al credito e dalla mancata fornitura di programmi specifici per le ristrutturazioni da parte delle banche, e l’incertezza sul risultato finale dei lavori.
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