All'indomani della sofferta approvazione da parte dell’Eurocamera del provvedimento per il ripristino degli ecosistemi, e a meno di un anno dalle elezioni europee, è tempo di bilanci per il Green Deal. Sono oltre 50 le iniziative legislative del Green Deal approvate in via definitiva fino a oggi, e una trentina quelle ancora in cantiere, soprattutto relative a tematiche ambientali, all’economia circolare, all’edilizia e all’agricoltura, dal percorso finora molto lento. Una manciata di iniziative annunciate deve ancora essere presentata, per altre ancora è probabile un rinvio alla prossima legislatura.
“C’è una specie di reazione avversa a tutto ciò che è natura e a tutto ciò che nel Green Deal non ha un’etichetta clima”, ha detto all’ANSA Jutta Paulus, relatrice per i Verdi del provvedimento sul ripristino degli ecosistemi. In effetti, mentre su natura e biodiversità l'Europarlamento si spacca da mesi, l’ultima plenaria ha visto adottare senza patemi gli accordi raggiunti con il Consiglio Ue su efficienza energetica, sui carburanti a basse emissioni e rinnovabili nel trasporto marittimo, e sulle infrastrutture per i carburanti alternativi. Dando il via libera a questi testi legislativi l’Europarlamento ha messo di fatto terminato i lavori sulla prima parte del "FitFor55", con i provvedimenti su emissioni, rinnovabili (che passerà in plenaria a settembre) ed efficienza, fulcro dell'agenda verde della Commissione von der Leyen.
Per compiere una revisione completa della legislazione energia/clima mancano la riforma della direttiva sulla tassazione dell’energia, che richiede l’unanimità in Consiglio Ue, e iniziative più recenti come la riforma dell’assetto del mercato elettrico che non figuravano nel programma originario del Green Deal ma ne sono diventate parte con il RePower EU e la risposta Ue alla crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina.
Se la reazione della politica europea all'indomani di quell'evento era dominata dalla "necessità" di "accelerare la transizione", il contesto attuale suggerisce pragmatismo e passo fermo ma più lento. Secondo molti osservatori, è questo nuovo contesto che ha spinto la Commissione europea a frenare l'ambizione nell'ultimo pacchetto di provvedimenti green, presentato lo scorso 5 luglio, con proposte su rifiuti tessili, spreco alimentare, un quadro di monitoraggio per l'inquinamento dei suoli, e nuove biotecnologie agrarie.
Meglio concentrare le forze sul lavoro da finire. Resta da finalizzare infatti la seconda parte del FitFor55, quella presentata a dicembre 2021. La nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, è passata dal Consiglio Ue e dall’Europarlamento in un clima di accesa polemica, soprattutto per i riflessi europei del dibattito in Italia e Germania. Il primo incontro tra i negoziatori delle istituzioni Ue e la Commissione si è tenuto a inizio giugno, il prossimo è in programma il 31 agosto.
Nella fase dei negoziati a tre (triloghi) c'è anche il pacchetto (un regolamento e una direttiva) per la decarbonizzazione del gas e una parte di quello sulla mobilità verde. In quest'ultimo ambito, particolarmente faticoso si sta rivelando il percorso delle nuove regole sulle infrastrutture di trasporto (TEN-T), con fonti del Consiglio che indicano difficoltà per arrivare un accordo entro la fine dell’anno. Per il carbon farming, il sistema di certificazione dell’assorbimento della CO2 nei suoli agricoli e forestali, il Parlamento è ancora a lavoro, mentre un accordo tra gli Stati è atteso nelle prossime settimane. Sul regolamento per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energia, le istituzioni Ue hanno le loro rispettive posizioni ma non hanno ancora cominciato il negoziato.
Gli incontri tra le istituzioni Ue sulla già citata legge sul ripristino della natura comincia la settimana prossima. Anche per la nuova direttiva emissioni industriali, che ha visto l'Eurocamera dividersi sull'inclusione o meno degli allevamenti bovini nel provvedimento, le istituzioni Ue sono pronte a cominciare il confronto, ma non c’è ancora una data fissata. Tra i dossier più difficili c'è quello sull’uso sostenibile dei pesticidi, il cui iter è congelato da mesi sia in Pe che in Consiglio. Sugli imballaggi, il voto in commissione Ambiente è atteso per settembre, ma gli Stati stanno prendendo più tempo e potrebbero non avere una posizione comune prima dell’autunno inoltrato. Stessa situazione per i due dossier sulla qualità dell’aria e sulle acque reflue urbane.
Poi ci sono i "lost files", i dati per dispersi. La revisione del regolamento del 2011 che disciplina l'etichettatura degli alimenti, con indicazione di origine, etichetta nutrizionale a colori, data di scadenza, bevande alcoliche è stata annunciata nel 2020 ma mai presentata. Lo stesso è accaduto con la riforma del regime di promozione dei prodotti agricoli, ostaggio di uno scontro in seno alla Commissione europea sulla scelta di dare fondi a prodotti come carni trasformate e vino.
La Commissione dovrebbe proporre in autunno dovrebbe proporre una legge quadro sui sistemi alimentari sostenibili, una sul benessere animale e una revisione delle regole sull’autorizzazione delle sostanze chimiche, con speranze minime o nulle di vederle trasformate in legislazione prima delle elezioni europee.
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