Lo scorso anno i governi europei hanno perso 34,2 miliardi di euro di entrate a causa delle agevolazioni fiscali di cui beneficia il settore dell'aviazione, l’equivalente di 4 milioni di euro di tasse perse l’ora. L’erario italiano è tra quelli che perdono di più, 3,1 miliardi l’anno, ma comunque meno di Germania (4 miliardi), Spagna (4,6), Francia (4,7) e Regno Unito (5,5). Sono dati di un nuovo studio di Transport & Environment, che esamina le entrate che avrebbero dovuto essere raccolte attraverso i prezzi dei viaggi aerei se il settore non avesse beneficiato delle esenzioni su tasse sul cherosene e sui biglietti, della riduzione o dell'azzeramento dell’Iva, e con l’applicazione piena di un prezzo del carbonio sui voli.
Lo studio raccomanda di applicare una tassa sul cherosene, un'aliquota IVA del 20% sui biglietti e di estendere il mercato del carbonio per l'aviazione a tutti i voli in partenza. Questi cambiamenti aiuterebbero a colmare il divario nei bilanci pubblici ed essere reinvestite in carburanti più sostenibili. In assenza di queste misure, T&E raccomanda di applicare una tassa sui biglietti equivalente al divario in ciascun paese. Misure di questo tipo, concede lo studio, faranno aumentare il prezzo del biglietto, riducendo la domanda con un risparmio di emissioni di CO2.
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