Aiuti alle industrie strategiche subito disponibili grazie a una quota del 25% dei ricavi dell’Ets, vale a dire tra gli 80 e i 100 miliardi che si tradurrebbero in 10-14 miliardi l’anno. E’ la proposta sul Net-Zero Industry Act che sta prendendo forma nell’Europarlamento, per come la riassume il relatore del provvedimento, il cristiano-democratico tedesco Christian Ehler. Al piano industriale per il Green Deal “si deve dare concretezza” sottolinea Ehler più volte durante una colazione con i giornalisti, e il sostegno pubblico va indirizzato non solo alle tecnologie pulite strategiche ma alle filiere, che includeranno anche il nucleare e la cattura della CO2.
Sono "passaggi necessari" per far funzionare un atto legislativo “che al momento è al massimo un segnale psicologico” a fronte dell’Inflation Reduction Act americano “il quale invece sta già attraendo massicci investimenti stranieri”, attacca Ehler. “Così com'è il regolamento Net Zero non è una risposta all’altezza dell’I.R.A. - riassume - e il Piano Step non è l’annunciato Fondo per la sovranità europea, sono due cose concepite in modo separato”. Quindi le risorse finanziarie "vanno assicurate nel regolamento", sottolinea
Su questi emendamenti, dice Ehler, c’è “ampio consenso dei gruppi politici”. Per alcune proposte, come la modifica della portata del provvedimento, l’estensione del sostegno alle filiere e la lista "dinamica" delle tecnologie, “c’è l’accordo di tutti”. Vale a dire che il testo che approderà in commissione Industria per l’approvazione in ottobre, e dovrebbe passare in plenaria a novembre, dovrebbe focalizzarsi non solo sulle tecnologie che vanno sostenute, ma su tutta la filiera che le produce, “perché non ha senso dire che il fotovoltaico è strategico se non ti poni il problema di come sostenere la produzione di polimeri silicati, senza i quali non puoi produrre pannelli in Europa”, spiega l’eurodeputato. Che però non fornisce dettagli sulla "metodologia per rendere dinamica la lista", per "evitare di avere tecnologie che, come è accaduto in passato per altri settori, sembrano critiche ma poi non lo sono". Nel rapporto iniziale, Ehler aveva inserito un riferimento alla tassonomia degli investimenti sostenibili, ma il negoziato con gli altri gruppi politici va verso una metodologia "basata sui Piani nazionali energia e clima", dice il politico bavarese.
Nella lista “ci sarà il nucleare”, escluso dalla Commissione e sarà confermata la “cattura e stoccaggio della CO2, così come cattura e uso”. Sui finanziamenti necessari, “c'è ancora discussione” tra i Gruppi. “La mia proposta è di stanziare il 25% delle entrate dell’Ets” perché “dà la giusta flessibilità agli Stati, non ha bisogno di creare un programma e una governance a livello Ue ed è la proposta più realistica per avere fondi subito”.
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