La Commissione europea “indebolisce significativamente la speranza che gli investitori abbiano accesso a dati affidabili e comparabili sulla sostenibilità forniti dalle aziende”. E’ il commento del Wwf Europa all’adozione degli standard di rendicontazione aziendale per la sostenibilità. “Il reporting di sostenibilità non è una novità: la Global Reporting Initiative esiste da decenni – spiega Philippe Diaz, Senior Manager per la finanza sostenibile del WWF Germania – eppure la Commissione Europea ha ancora ceduto alle pressioni dei gruppi industriali conservatori e ha indebolito gli standard al punto che le scappatoie sono diventate autostrade per il greenwashing”.
La Commissione, accusa il Wwf, ha quasi del tutto ignorato le richieste avanzate dagli esperti dell'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), di cui l’organizzazione ambientalista fa parte. In particolare, la Commissione ha “cancellato l’obbligo per le aziende di rendere noto se hanno un piano di transizione sulla biodiversità”, alle aziende spetterà di valutare se un argomento, come la biodiversità, ha un impatto finanziario sull’azienda e se l’azienda ha un impatto sulla biodiversità. Critica anche la posizione sull’introduzione di tempi più lunghi per gli obblighi di rendicontazione per le aziende con meno di 750 dipendenti, “non necessari” e che “non faranno altro che ritardare il giorno in cui i dati sulla sostenibilità avranno la stessa rilevanza dei dati finanziari”, conclude il Wwf.
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