La riforma del mercato elettrico “va fatta e va fatta ora”. Lo dice il segretario generale di Eurelectric Kristian Ruby, intervistato a margine della presentazione dell’eurobarometro energia, pubblicato ogni anno dall’associazione dell’industria elettrica europea.
Per fare progressi su una riforma bloccata anche se da tutti giudicata urgente Ruby dice che occorre “trovare soluzioni pragmatiche. C'è una situazione di stallo tra Francia e Germania. Ci sono alcune questioni relative ai mercati della capacità, una situazione speciale per la Polonia, ma chi trae davvero vantaggio dal fatto che non troviamo un accordo? Non è davvero possibile per noi, come Ue, trovare una soluzione non perfetta, ma gestibile? Abbiamo lavorato sodo, abbiamo discusso molto, e credo che ora dovremmo progredire e trovare soluzioni ai punti ancora irrisolti”. Anche perché se, sottolinea Ruby, “la trasformazione radicale del sistema energetico che abbiamo davanti richiede tempo”, allora “non dobbiamo perdere tempo”.
Secondo il rapporto, i prezzi dell’elettricità si sono stabilizzati dai picchi del 2022, ma l’indice 2023 sui nuovi contratti nelle capitali europee segna pur sempre esborsi più alti del 58% rispetto al 2021. E prima che i benefici della riforma arrivino ai cittadini potrebbe volerci molto tempo. Su questo “dobbiamo avere un dialogo intenso con i cittadini – sottolinea Ruby – in fin dei conti, l'elemento critico è la sicurezza energetica per l'Europa, e il benessere dell'Europa in termini di libertà di riscaldare la propria casa e di libertà di muoversi come si vuole è sempre più legato all'elettricità”.
“Dobbiamo – aggiunge – evitare che l'elettricità diventi troppo costosa e per farlo dobbiamo lavorare su due cose, cioè aumentare l'offerta di costruendo un nuovo sistema in grado di sostenerla, e su questo dobbiamo ancora fare molto perché ci vuole ancora troppo tempo per i permessi, dai progetti di rete alle rinnovabili”. “Allo stesso tempo – conclude – dobbiamo valutare l'elettricità in modo intelligente, cioè non sprecarla per scopi che non ci servono”.
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