È probabile che il mondo raggiunga l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare l'aumento medio della temperatura globale a "ben al di sotto dei 2°C". E’ la previsione dell'Inevitable Policy Response (Ipr), un consorzio di esperti di politiche climatiche.
Postulando un'accelerazione delle politiche di contenimento del riscaldamento globale, l'Ipr prevede che le emissioni di gas serra diminuiranno dell'80% entro il 2050 e raggiungeranno lo zero netto entro il 2080, con un picco di riscaldamento di 1,7-1,8°C intorno all'anno 2050, prima di scendere sotto gli 1,7°C entro la fine del secolo.
Il rapporto rileva che si tratta di un "futuro più ottimistico di quanto molti prevedano", dato che il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) e i rapporti delle Nazioni Unite hanno suggerito che siamo sulla buona strada per un riscaldamento di circa 2,4-2,8°C entro la fine del secolo, sulla base degli impegni e delle politiche attuali.
Le previsioni dell'Ipr si basano sul monitoraggio in tempo reale di oltre 250 politiche climatiche annunciate negli ultimi due anni e sui contributi di oltre 100 esperti di politica climatica. Tra le principali previsioni politiche, la Cina ritirerà il 60% delle centrali a carbone entro il 2045, mentre la parte restante sarà dotata di sistemi di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica o sarà tenuta in riserva; la deforestazione netta globale terminerà entro il 2035; Europa, Cina, India e Stati Uniti smetteranno di vendere veicoli con motore a combustione entro il 2040.
Ma l’Ipr è "significativamente più pessimista della maggior parte" sulla gravità degli impatti sociali legati al clima in un mondo ben al di sotto dei 2°C. In particolare, i "punti di svolta climatico-sociali", come i conflitti per le risorse e la terra, e le migrazioni di massa creeranno sconvolgimenti.
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