L’Asia è sempre più lo sbocco principale dei rifiuti in plastica dei Paesi sviluppati e la Turchia lo è dell’Europa, con importazioni mensili arrivate a crescere di otto volte dal 2021 al 2023. Lo fa notare il Basel Action Network (Ban), che ha creato un database pubblico degli scambi dei rifiuti plastici.
Dopo che la Cina ha smesso di importare, nel 2018, gli altri Paesi asiatici hanno iniziato ad accogliere sempre più scarti plastici da Giappone, Australia e Ue, che ha aumentato le esportazioni in paesi non Ocse a 50 milioni di kg/mese nel maggio 2023 da 28,1 milioni di kg/mese nel maggio 2022. Le esportazioni Ue in Turchia sono passate da 4,5 milioni di kg/mese nel giugno 2021 a 31,7 milioni di kg/mese a maggio 2023.
Secondo il Ban, l’incremento delle spedizioni europee, visibile soprattutto per Belgio e Paesi Bassi, è da mettere in relazione agli elevati costi energetici che “hanno spinto alla chiusura gli impianti di riciclaggio in Ue”. L’Olanda ha raddoppiato le esportazioni di rifiuti di plastica in paesi non Ocse, da una media di 8,3 milioni di kg/mese nel 2020 a 16,2 milioni di kg/mese nell'aprile 2023. L’incremento è circa di un terzo per il Belgio, con l’export passato da una media di 6 milioni di kg/mese nel 2020 a 7,8 milioni di kg/mese nel marzo 2023.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA