Una “delle più grandi vittorie di questo mandato dell’Ue per il clima”. Così, in una nota, lo European Environmental Bureau commenta l'accordo sul nuovo regolamento sugli F-gas. “Il programma di eliminazione graduale proposto per questi potenti gas serra segnala un cambiamento di paradigma, spingendo settori chiave come quello delle pompe di calore verso l’uso di refrigeranti rispettosi del clima”.
Di diverso tenore la reazione dell’industria delle pompe di calore. Da un lato indicate dalla Commissione Ue come il “futuro della caldaia”, le pompe di calore utilizzano ampiamente F-gas e le nuove regole si scontrano con una pianificazione della produzione fatta sulla base degli standard attuali e non dei nuovi. “Sebbene il settore abbia sempre sostenuto l’eliminazione graduale entro il 2050 – si legge in una nota dell’associazione di categoria Ehpa – le nuove norme rappresenteranno un onere significativo nel breve termine”. L'associazione evoca una contrazione dell'offerta a causa delle restrizioni.
“Ogni pompa di calore sostituisce una caldaia a combustibile fossile, riducendo le emissioni di carbonio. Se non ci sono abbastanza pompe di calore, i consumatori sceglieranno invece il riscaldamento fossile”, ha affermato Alessia Del Vasto dell’Ehpa. “Per evitare una carenza di pompe di calore, l’Ue deve fornire al settore un chiaro sostegno finanziario e politico per finalizzare il passaggio ai refrigeranti non fluorurati che è già in corso”.
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