“L'accordo franco-tedesco è a portata di mano” sulla riforma del mercato elettrico. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, che si è spinto a prevedere il via libera “entro la fine del mese”. La prima occasione è il Consiglio dei ministri dell’Energia, in programma martedì prossimo in Lussemburgo.
La presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso in cui propone di limitare i contratti per differenza (CfD), il meccanismo che dovrebbe incentivare gli investimenti nella produzione di energia a basse emissioni, agli investimenti in nuovi impianti di produzione di energia. Sulla questione Francia da un lato, e Germania e Italia dall’altro erano entrate in collisione. Parigi voleva il via libera a usare i contratti per differenza per le centrali nucleari esistenti, Berlino e Roma si opponevano per il vantaggio competitivo sui costi dell’energia che questa disposizione avrebbe dato alle imprese d’Oltralpe.
Lunedì i ministri dell'Ambiente punteranno a raggiungere due “orientamenti generali”, cioè le posizioni comuni con cui negoziare con l’Europarlamento. Il primo è sulla proposta di revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Il secondo è sugli standard di emissione CO2 per i veicoli pesanti. A far discutere saranno la proposta di fermare la vendita di bus a benzina o diesel nuovi nel 2030 e il carbon correction factor. Si tratta di una sorta di “sconto” sul conteggio delle emissioni quando i produttori immettono sul mercato camion a biometano, sostenuto da Paesi come Italia e Spagna.
Infine, i ministri UE dell'Ambiente cercheranno di approvare le conclusioni del Consiglio per la conferenza 2023 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop 28), che si terrà a Dubai, Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Le conclusioni costituiranno la posizione negoziale generale dell'Ue per la Cop.
Come anticipato dal Rappresentante Permanente Aggiunto presso l’Ue Vincenzo Celeste in audizione alla Camera, l'Italia, insieme a Portogallo e Grecia, porrà la questione dell'impatto dell’applicazione dell'Ets al settore marittimo, con l'intenzione di chiedere alla Commissione europea quali misure intenda adottare in caso di perdita di competitività per il settore. Le “questioni che destano preoccupazione”, come recita il titolo del documento delle tre delegazioni, riguardano essenzialmente il rischio di delocalizzazione dei trasbordi in porti di Paesi terzi a causa dell’aumento dei costi conseguenza dell’attuazione dell’Ets al trasporto marittimo.
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