Martedì i deputati della commissione Ambiente dell'Europarlamento andranno alla conta sui regolamenti per la riduzione degli imballaggi, sugli standard di emissione CO2 per i camion, e sull'uso sostenibile dei pesticidi. Tre voti cruciali nella stessa mattina per quella che si annuncia come una giornata campale.
Sul primo, gli imballaggi, è molto probabile che i deputati italiani, al di là dello schieramento politico, facciano muro sugli articoli con obblighi di ricarica e riuso delle confezioni e sui divieti di alcune tipologie tra esse. Così era stato nelle opinioni della commissione Agricoltura e della commissione Industria.
Agli emendamenti di compromesso firmati dalla relatrice Frederique Ries (Renew, Belgio) si stanno aggiungendo emendamenti alternativi, sostenuti da parte del Ppe e dall’Ecr. Chiedono deroghe o la cancellazione di divieti di alcune tipologie di imballaggio (cosmetici e ortofrutta), che sono previsti sia dalla proposta della Commissione europea sia del testo di Ries. Gli eurodeputati chiedono anche di rendere facoltativi alcuni obiettivi di ricarica e l'esclusione del cartone da quelli del riuso.
"Una coalizione di europarlamentari italiani e i lobbisti dell'industria dei fast-food e degli imballaggi monouso hanno fatto pressione sul Parlamento affinché annacqui significativamente le misure volte a ridurre i livelli record di rifiuti" ha accusato la coalizione di Ong Rethink Plastic.
Secondo Francesca Stevens, segretaria generale di Europen, associazione che rappresenta il settore imballaggi europeo, dai produttori agli utilizzatori, il testo proposto da Ries "rischia di estremizzare ulteriormente alcuni degli aspetti più ideologici della proposta iniziale della Commissione europea, quali i divieti su svariate tipologie di imballaggi, e gli obiettivi di riutilizzo su un'ampia gamma di tipologie di imballaggi, in particolare nel settore alimentare e dei trasporti". "La presentazione di emendamenti di compromesso alternativi sulla linea del testo già adottato a luglio in Commissione industria - aggiunge - è un segnale importante a favore di misure legislative che tutelino il sistema agro-alimentare, la salute dei consumatori come pure i sistemi di riciclo virtuosi".
Anche il dossier sugli standard di emissione della CO2 potrebbe riproporre la stessa logica di schieramento nazionale, più che di appartenenza politica. Il punto più controverso saranno i target di riduzione delle emissioni per le flotte di mezzi pesanti nuovi.
La proposta è stata affidata a Yannick Jadot (Verdi, Francia). La bozza di relazione chiede obiettivi più ambiziosi per il 2025 e il 2030, di raggiungere il 100% di veicoli a emissioni zero entro il 2040 (invece del 90% proposto dalla Commissione), di estendere il campo di applicazione ai veicoli professionali e agli autocarri di peso inferiore a 5 tonnellate, con la costruzione di un forum "HDV a emissioni zero" per garantire la disponibilità di infrastrutture di ricarica.
Sull'uso sostenibile dei pesticidi, arriva al voto in commissione un dossier molto contrastato, bloccato per mesi dai ministri dell'agricoltura e dalla commissione Agricoltura del Pe. La proposta della Commissione è di dimezzare l'uso degli agrochimici entro il 2030, anche grazie ad obiettivi nazionali vincolanti. Secondo la formula matematica che calcola i contributi nazionali, l'Italia dovrebbe ridurre i pesticidi del 62% in poco più di sei anni. Nei mesi scorsi si è lavorato per portare al 2035 la scadenza e per ammorbidire i metodi di calcolo. La relatrice Sarah Wiener (Austria, Verdi) ha scelto di ignorare queste indicazioni.
I testi e gli emendamenti ai tre regolamenti, man mano che si aggiungono, sono pubblicati sulla pagina dei documenti di riunione, sul sito dell’Europarlamento.
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