La Commissione europea presenterà un Libro bianco sugli investimenti nel settore delle telecomunicazioni nella prima metà del 2024. Lo ha annunciato il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, al termine della riunione informale dei ministri responsabili a Leon, in Spagna. Il documento dovrebbe poi aprire la strada al 'Digital Networks Act', una proposta legislativa vera e propria preannunciata dallo stesso politico francese nelle settimane scorse per "ridefinire il dna della regolamentazione" Ue nelle tlc.
Ad animare il dibattito tra i Paesi membri e Bruxelles è in particolare l'ipotesi, caldeggiata dai grandi operatori di rete europei con il favore del commissario Ue, di obbligare le Big Tech - da Google ad Amazon, da Netflix a Meta - a pagare un "contributo equo" per l'utilizzo e lo sviluppo delle loro infrastrutture. L'idea, al centro anche di una consultazione pubblica che si è da da poco chiusa, è però osteggiata da molti governi Ue che nutrono alcune perplessità legate in particolare al principio della neutralità della rete.
"Il dibattito è molto più ampio di così, serve una visione comune" per gli investimenti, ha detto Breton incalzato dai giornalisti in conferenza stampa. Il liberale ha quindi indicato la volontà di organizzare presto una tavola rotonda con il settore finanziario europeo per "ripristinare l'appetito" negli investimenti nelle infrastrutture delle tlc. Il tema del contributo equo, ha assicurato, "sarà incluso nelle discussioni".
La Commissione europea stima che serviranno almeno 174 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi di connettività entro la fine del decennio: fibra ovunque e 5G in tutte le aree popolate. L'Ue, ha detto ancora Breton, sta costruendo "un quadro giuridico favorevole" agli investimenti e questo è il suo "obiettivo", perché "non possiamo permettere gli investitori decidano di andare solo negli Stati Uniti o altrove e non in Europa".
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