“Miglioramenti” su alcuni dettagli, mentre “altri sono stati rimandati alla legislazione secondaria”, ma restano ancora “troppe incognite”. E’ la reazione della sezione europea dell’associazione internazionale dei produttori di gas e petrolio (Iogp) all’accordo sul regolamento per ridurre le emissioni di metano nel settore energia. La coalizione di Ong per l’azione climatica Climate Action Network boccia invece l’intesa come “poco ambiziosa”.
Secondo Iogp Europa l’accordo è positivo per quanto riguarda i requisiti all’import, perché offre un margine di tempi sufficientemente ampio per adattarsi, e perché rimanda le norme sui limiti di rilevazione a un altro testo regolamentare, che la Commissione dovrà sottoporre all’attenzione degli Stati membri entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento.
Per Iogp, tra le “ombre” c'è la quantificazione delle perdite sottomarine, “non tecnologicamente fattibile”, ma anche i limiti per le pile di torcia (flaring) che “richiederebbe alle aziende di effettuare operazioni significative per sostituire tutte le torri di combustione esistenti entro 18 mesi”.
Critico il Can. “Sono state trascurate vere e proprie misure di mitigazione, come l'individuazione delle perdite e la loro riparazione o il divieto di sfiato di routine – si legge in una nota della coalizione di Ong – la più grande lacuna è la tempistica, in quanto l'atto delegato che definisce un obiettivo di intensità di metano sarà pubblicato solo tre anni dopo l'entrata in vigore del regolamento”.
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