Oltre 400 aziende europee, tra cui produttori di energia solare, istituti di ricerca e associazioni, si oppongono alle misure di difesa commerciale del settore solare. In una lettera indirizzata ai vertici delle istituzioni Ue 429 aziende, tra cui 18 produttori, 28 associazioni e istituti di ricerca, provenienti da 26 Stati membri, sono uniti in un chiaro appello, il settore del fotovoltaico Ue avvertono che ci sono “sul tavolo diverse proposte legislative” che “rischiano di influire negativamente sulla velocità richiesta per la diffusione del solare, in un momento in cui l'aumento dei tassi di interesse sta già creando condizioni di mercato difficili per gli sviluppatori solari europei”.
Secondo le associazione firmatarie “l'avvio di un'indagine antidumping e/o antisovvenzioni e l'imposizione di dazi sulle importazioni di prodotti fotovoltaici danneggerà l'intera catena di valore del solare europeo”.
"Siamo sconcertati dalle voci secondo cui potrebbe essere avviata un'indagine di difesa commerciale sul solare – ha dichiarato Walburga Hemetsberger, Ceo di SolarPower Europe - questo è un affronto ai chiari messaggi che il settore solare ha ripetutamente lanciato. Abbiamo soluzioni migliori, più rapide e più efficaci per affrontare la crisi dei produttori europei. L'Europa non deve tradire i suoi obiettivi di sicurezza climatica ed energetica".
La lettera è accompagnata da una dichiarazione congiunta che avverte che le misure di difesa commerciale avrebbero un impatto negativo sull'occupazione europea e metterebbero a rischio molti posti di lavoro locali e verdi. Se le misure di difesa commerciale dovessero essere studiate l'anno prossimo e attuate nel 2025, la nostra ultima analisi suggerisce un calo da 890.000 a 655.000 posti di lavoro nel 2024, e meno di 600.000 nel 2025.
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