La Commissione europea dovrebbe, “nel brevissimo termine”, prendere in considerazione “lo sviluppo di quadri normativi e finanziari ad hoc per garantire condizioni di parità tra le diverse regioni e dare maggiore impulso all'industria delle auto elettriche”. E’ la raccomandazione di uno studio dell’Ecole Polytecnique.
Se l’Ue non agisce subito la Cina e gli Usa diventeranno leader globali. La Repubblica Popolare ha attualmente il 57% delle vendite di veicoli elettrici, il 60% della flotta, e il 75% della capacità produttiva di batterie a livello globale. Le industrie automobilistiche europee e americane (ma anche giapponesi e coreane), che dominano in larga misura la tecnologia dei motori a combustione interna, sono ora fortemente dipendenti dalla catena di valore dei veicoli elettrici cinesi per tutte le fasi.
Ma gli Stati Uniti si sono dotati di una “visione completa e strutturata, ancorché tardiva, della catena di valore per i veicoli elettrici ricaricabili sostenuta da finanziamenti massicci”. Così il Nord America, “favorito dai bassi prezzi dell'energia, in parte proveniente da fonti rinnovabili, potrebbe diventare, prima della fine di questo decennio, un potente polo produttivo”.
Mentre l’Europa, si legge nel rapporto, accusa la “mancanza di una metodologia per raggiungere l'obiettivo molto impegnativo del 100% di veicoli a zero emissioni nel 2035. Fissando un obiettivo senza definire come raggiungerlo, la Commissione ha messo il carro davanti ai buoi”. L’unica via d’uscita è “un quadro regolatorio ad hoc” per sostenere il settore auto Ue, anche a costo di utilizzare misure protezioniste, come fanno Cina e Usa.
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