Limitare il riscaldamento globale di 1,5°C agendo per attuare l'accordo di Parigi, portando il taglio lordo delle emissioni in Europa al 65% entro il 2030, rispetto all’obiettivo attuale del 55-57%, porterebbe benefici nettamente superiori ai costi. Lo stima un rapporto elaborato dalla rete di Ong europee Climate Action Network, che valuta in mille miliardi di euro entro il 2030 i benefici per l'intera Ue, con un rapporto benefici/costi che va da un minimo di 1,4 a 1 fino a un massimo di 4 a 1.
Secondo l'analisi l'Ue può evitare perdite cumulative da qui al 2100 pari a 22,2 miliardi di euro, rispetto all’inerzia, ovvero 4 miliardi di euro rispetto agli attuali scenari politici. Il Can segnala come le azioni sul clima in vista degli obiettivi di Parigi si possano rettificare quest’anno finalizzando i piani nazionali per l’energia e il clima al 2030, mentre sono in corso le discussioni Ue su un consolidamento del clima al 2040.
“Chiediamo che i ministri diano priorità all’azione per il clima in prima linea nelle loro agende, guidati dalle prove inconfutabili provenienti dalla scienza, dall’economia e dagli impatti sociali. Un’attuazione efficace e costante degli obiettivi climatici ed energetici, allineata con un percorso compatibile con la riduzione di 1,5°C, non è solo prudente ma è l’unica strada percorribile. Non esiste un’alternativa più economica, affidabile o giusta a un’azione coraggiosa e accelerata per il clima”, ha commentato Olivier Vardakoulias, autore del rapporto ed esperto di finanza e sussidi di Can Europe.
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