L'Unione europea dovrebbe ritirarsi in maniera coordinata dal controverso trattato sulla Carta dell'energia. A chiederlo è il Parlamento europeo che riunito in plenaria a Strasburgo ha adottato il 24 aprile con 560 voti favorevoli, 43 contrari e 27 astensioni una raccomandazione per chiedere l'uscita in blocco dall'accordo internazionale risalente al 1994 e criticato da molte capitali Ue per la tutela che offre agli investimenti nei combustibili fossili. Ora il Consiglio Ue potrà adottare la decisione a maggioranza qualificata (che si ottiene quando almeno 15 Stati membri su 27 che rappresentano il 65% della popolazione votano a favore).
La Carta è stata firmata il 17 dicembre 1994 ed entrata in vigore nel 1998 per disciplinare il commercio e gli investimenti nel settore energetico ma è diventata presto una questione controversa a causa dello spazio che ancora garantisce alle fonti di energia non pulite, spingendo vari Paesi tra cui la Francia, Germania e Paesi Bassi a ritirarvisi in maniera unilaterale. L'Italia non ne fa parte.
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