Dai sostegni pubblici per la produzione di energia da rinnovabili e nucleare al potere di dichiarare una crisi dei prezzi in sede di Consiglio. Sono in vigore dal 16 luglio le nuove norme dell’Ue sulla riforma del mercato elettrico, la revisione proposta dalla Commissione europea a marzo 2023 nel pieno della crisi dei prezzi dell'energia per rendere le bollette energetiche più indipendenti dai prezzi di mercato a breve termine e proteggere i consumatori dall'estrema volatilità dei prezzi.
Nel nuovo assetto del mercato elettrico i consumatori potranno scegliere se stipulare contratti di energia a prezzo fisso (con durata minima di un anno) o contratti a prezzo flessibile e saranno vietati gli aumenti unilaterali di prezzo nei contratti a tempo determinato. Sarà introdotto un divieto di interruzione della corrente per le persone colpite dalla povertà energetica. E a dichiarare che l'Unione europea si trova di fronte a una potenziale crisi dei prezzi di gas ed elettricità saranno gli Stati membri al Consiglio, sulla base di una proposta della Commissione: in caso di crisi, i prezzi dell'energia potranno essere regolamentati fino al 70% del consumo di elettricità per le piccole e medie imprese e fino all'80% per le famiglie.
Attraverso contratti ad hoc cosiddetti a due vie - quando ai produttori viene pagato un "prezzo di esercizio" fisso per la loro elettricità, indipendentemente dal prezzo nei mercati dell'energia a breve termine - gli Stati potranno promuovere investimenti in nuovi impianti di energia elettrica rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica senza serbatorio, geotermica) e da nucleare. I contratti per differenza potranno invece essere usati per gli impianti esistenti solo quando sono soggetti a ripotenziamento, estensione della vita utile o espansione della capacità (e questo vale anche per le centrali nucleari).
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