Nuova tegola sulla testa dell’Italia sul Green Deal. Nel pacchetto di infrazioni di luglio, la Commissione europea ha deciso il 25 luglio di avviare una procedura d'infrazione contro l'Italia per non aver recepito correttamente la direttiva quadro sui rifiuti. Lo annuncia Bruxelles in una nota precisando che il termine ultimo per il recepimento della direttiva modificata era il 5 luglio 2020 e Roma non ha soddisfatto tutte le richieste in arrivo dalla capitale d’Europa. L'Italia, spiega Bruxelles, "non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata", come la responsabilità estesa del produttore, la garanzia di un riciclo di qualità, la raccolta differenziata e l’introduzione di un sistema di tracciabilità.
Ora il governo ha due mesi per rispondere alla lettera di messa in mora della Commissione europea. Se la risposta dell’Italia non dovesse essere soddisfacente allora l’esecutivo europeo potrà decidere di emettere un parere motivato. Roma non è da sola. Per lo stesso motivo, la Commissione europea ha già avviato procedure di infrazione contro altri dieci Stati membri: Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania.
La direttiva quadro sui rifiuti non è l'unica in cui il governo di Roma non ha centrato gli obiettivi. La Commissione Ue punta il dito su tutti e 27 i Paesi membri per non aver raggiunto gli obiettivi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti. "La direttiva quadro sui rifiuti stabilisce obiettivi giuridicamente vincolanti per la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani. Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Finlandia e Svezia non sono riusciti a raggiungere l'obiettivo del 50% per il 2020 di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani (come carta, metallo, plastica e vetro)", ha evidenziato la Commissione nella nota. Entro la fine del 2008, gli Stati Ue avrebbero dovuto riciclare una percentuale compresa tra il 55% e l'80% di tutti i rifiuti di imballaggio, nello specifico: il 60% per il vetro, il 60% per la carta e il cartone, il 50% per i metalli, il 22,5% per la plastica e il 15% per il legno, ma molti di questi obiettivi sono stati mancati.
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