Limiti di emissioni al 2030 contrari agli impegni internazionali e al diritto ambientale. Queste le accuse contro la Commissione Europea delle due Ong ambientaliste Climate Action Network (Can) Europe e Global Legal Action Network (Glan) che in un comunicato congiunto hanno presentato il 27 agosto le argomentazioni scritte definitive in un caso accelerato sul clima depositato a febbraio di quest'anno.
Le due Ong verdi portano la Commissione europea in tribunale accusando l'esecutivo comunitario di aver stabilito limiti di emissioni annuali 'illegali' entro il 2030 per ciascun Paese Ue, nel quadro del regolamento sulla condivisione degli sforzi che copre i settori dell'edilizia, dell'agricoltura, dei rifiuti, della piccola industria e dei trasporti (circa il 57% delle emissioni totali di gas serra).
Le due Ong chiedono dunque all'esecutivo europeo di rivedere il regolamento e alzare le ambizioni complessive sul clima, ottenendo almeno il 65% di riduzioni lorde delle emissioni entro il 2030. Oggi il pacchetto sul clima dell'Ue 'Fit for 55' fissa l'obiettivo vincolante di tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). Un'udienza presso la Corte generale, spiegano le due organizzazioni, potrebbe tenersi nella seconda metà del 2025 e una sentenza potrebbe essere emessa all'inizio del 2026 attraverso un iter accelerato. "Dobbiamo usare tutti i canali disponibili per spingere la Commissione europea a riportare l'ambizione climatica dell'Ue sulla buona strada con la sua giusta quota per l'obiettivo di 1,5°C dell'accordo di Parigi", ha ammonito Sven Harmeling, responsabile del clima presso Can Europe.
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