Nessuna maggioranza approvarli o per bloccarli, dunque la Commissione europea è intenzionata a portare avanti la guerra commerciale con Pechino sulle auto elettriche pur resto aperta a negoziare una soluzione pacifica. In un voto teso al comitato per la difesa del commercio non è stata raggiunta la maggioranza qualificata per sostenere o bocciare la proposta della Commissione europea di trasformare in definitivi i dazi provvisori imposti a luglio su alcuni produttori di auto importate da Pechino. Secondo la procedura della comitologia, nessuna maggioranza pro o contro la proposta lascia alla Commissione europea la possibilità di portare avanti l’iter sul regolamento, che dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Ue il regolamento entro il 30 ottobre.
Dieci le capitali, tra cui anche l'Italia e la Francia, a votare a favore del via libera ai dazi aggiuntivi definitivi sulle auto elettriche cinesi. Oltre a Roma e Parigi, a votare a favore della proposta sono stati Bulgaria, Danimarca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Lituania e Polonia. Cinque invece i Paesi contrari, guidati dalla Germania, con Ungheria, Malta, Slovacchia e Slovenia. Folto il gruppo degli astenuti, con Belgio, Grecia, Repubblica ceca, Spagna, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Romania, Svezia, Finlandia.
Nulla è ancora stabilito fino a che il regolamento non sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Ue. La deadline è il 30 ottobre (i dazi, a quel punto, entrerebbero in vigore già il giorno successivo), ma Bruxelles ha assicurato di voler "continuare a lavorare sodo" con Pechino "per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l'Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall'indagine della Commissione, monitorabile e applicabile".
Un alto funzionario precisa infatti che, nonostante la scadenza di fine agosto, è ancora aperto il dialogo con Pechino sul ‘price undertaking‘, ovvero la possibilità di raggiungere un impegno sul prezzo assunto nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per chi esporta ad aumentare il prezzo del prodotto. L'intesa aprirebbe la strada a una marcia indietro da parte dell'Ue sull'imposizione di dazi definitivi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina. Se l'accordo arrivasse dopo che i dazi definitivi sono entrati in vigore, precisa ancora il funzionario, la Commissione europea dovrebbe prendere una nuova decisione per rivedere il regolamento approvato dai governi.
Se approvati da Bruxelles, i dazi rimarranno in vigore per 5 anni. Rispetto a luglio, Bruxelles ha rivisto al leggero ribasso le tariffe definitive da imporre ai produttori cinesi: per Byd al 17% (invariato rispetto alla proposta sui dazi provvisori); Geely al 18,8% (cifra rivista al ribasso rispetto al 19,3%); Saic al 35,3% (in calo rispetto al 36,6%). Quanto a Tesla, sottoposta a una valutazione individuale, il dazio è 7,8% in calo rispetto al 9%. Altri produttori che hanno collaborato all'indagine saranno soggetti a un dazio del 20,7% (in calo dal 21,3%), mentre sarà del 35,3% per le società che non hanno collaborato, in calo dal 36,6% . E' quanto si apprende da un alto funzionario europeo dopo il voto dei governi Ue sulla proposta della Commissione Ue di imporre dazi definitivi sulle auto elettriche importate dalla Cina. Nel complesso, sommandosi ai dazi al 10% già esistenti, le tariffe arriveranno quindi al 45%.
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