Alla Cop29 di Baku, l'intelligenza artificiale fa il suo ingresso nelle politiche per il clima. E' è stata lanciata la "Dichiarazione per l'azione digitale verde", firmata da oltre mille soggetti della comunità digitale, tra imprese, Ong, organizzazioni internazionali, e da una novantina di governi. Lo scopo è sviluppare e diffondere gli strumenti digitali, in primis l'Ia, nelle politiche sul clima. "La prima giornata per la digitalizzazione che si sia mai tenuta ad una Cop, segna un nuovo capitolo nell'azione climatica, che include la tecnologia digitale come uno strumento di trasformazione", ha dichiarato il presidente della Cop29, Mukhtar Babyaev.
Ma cosa può fare la digitalizzazione contro il riscaldamento globale? A Baku lo ha spiegato Tomas Lamanauskas, vice segretario generale della Itu, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni, fra i promotori della Dichiarazione. "Le tecnologie digitale servono per il monitoraggio - ha detto -, usando i satelliti e l'intelligenza artificiale". Con i satelliti si raccolgono i dati sul clima, con l'Ia si elaborano modelli sulla loro evoluzione e sui possibili interventi. Ma il digitale, ha proseguito l'esperto, serve anche per la mitigazione, "aiutando le imprese a ridurre le loro emissioni. C'è una stima che l'Intelligenza artificiale può contribuire a tagliarle del 10%". Anche l'adattamento può utilizzare le nuove tecnologie digitali, "attraverso i sistemi di allarme per i disastri naturali".
L'intelligenza artificiale però consuma un sacco di energia, e quindi contribuisce alle emissioni di gas serra. La Dichiarazione di Baku non ignora il problema. Per Lamanauskas "esprime un impegno collettivo dei governi e degli altri soggetti interessati a prendere impegni stringenti sulla sostenibilità". Non solo, ma anche a "rendere queste tecnologie accessibili ai paesi in via di sviluppo".
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