L'Eurocamera pronta al negoziato con gli Stati Ue sulla cosiddetta direttiva green claims per garantire che le etichette 'eco' o a 'ridotta impronta climatica' sui loro prodotti siano veritiere in tutta l’Ue. Gli eurodeputati della commissione Ambiente (Envi) dell'Eurocamera hanno adottato la decisione con 94 voti favorevoli, 10 contrari e 12 astensioni, affidando all'eurodeputata tedesca Delara Burkhardt (S&D, tedesco) e Sandro Gozi il compito di negoziare.
Una normativa che integra e completa la norma europea, già adottata, che vieta il greenwashing, ovvero la pratica del cosiddetto ambientalismo di facciata. La proposta dalla Commissione europea è stata avanzata a marzo 2023 stimando in oltre il 53% le dichiarazioni verdi "vaghe, fuorvianti o infondate", con l'obiettivo di obbligare le aziende a presentare prove a sostegno delle dichiarazioni di marketing ambientale con cui vendono i loro prodotti. Come nella proposta della Commissione europea, le dichiarazioni verdi andranno verificate da esperti terzi indipendenti prima di essere pubblicate ma i governi hanno spinto per introdurre una ”procedura semplificata" per alcune categorie di dichiarazione consentire alle aziende di valutare autonomamente se le affermazioni che fanno sono scientificamente credibili in determinate circostanze.
Le aziende ammissibili dovranno dimostrare la loro conformità alle nuove regole compilando un documento tecnico, che dovrà essere completato prima che la dichiarazione sia resa pubblica. L'approccio del Consiglio mantiene l'obbligo di fornire informazioni sul tipo e sulla quantità di crediti di carbonio e sul loro carattere permanente o temporaneo, distinguendo inoltre tra crediti di contributo (crediti di carbonio per contribuire all'azione per il clima) e le richieste di compensazione (ovvero i crediti di carbonio che bilanciano una quota di emissioni emesse). l Parlamento vuole vietare le affermazioni che affermano " un impatto neutro, ridotto o positivo di un prodotto sull'ambiente basato sull'uso di crediti di carbonio ,
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