LAILA WADIA, IL TESTIMONE DI PIRANO. LA SECONDA GUERRA
MONDIALE, LE FOIBE, L'ESODO ISTRIANO-FIUMANO-DALMATA (Infinito
edizioni; 109 pag.; 13 euro).
Difficile comprendere perché una scrittrice indiana da anni a
Trieste decida di scrivere la storia di un uomo inserita nelle
vicende controverse dell'estremo Nord-Est d'Italia, lanciandosi
nell'ancor oggi conflittuale ginepraio di minoranze, comunisti,
foibe, partigiani. Materia da 'chi tocca i fili muore' che
soltanto i più esperti o quelli animati da radicate convinzioni
maneggiano, e con cautela. Un libro, peraltro, che rientra nel
fiorire letterario e saggistico degli autoctoni, da un lato e
dall'altro del confine. Lei, Laila Wadia, risponde candidamente:
"Perché nella storia di Mario Valente ho trovato la metafora di
tutte le guerre, di tutte le migrazioni".
Così è nato "Il testimone di Pirano" (Infinito edizioni),
dallo splendido centro istriano, un tempo italiano oggi sloveno,
a mezz'ora da Trieste, dove era nato il protagonista.
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