Ancora un caso di femminicidio per un amore finito. Ancora un uomo che uccide la "colpevole" di averlo lasciato, poi mette fine alla propria vita. E' la tragedia di due ex fidanzati, trovati morti per colpi di pistola la scorsa notte in un appartamento di Spilimbergo (Pordenone). Era la casa dove viveva Michela Baldo, 30 anni, dipendente di un grande magazzino della zona. Ci viveva fino a pochi giorni fa con Manuel Venier, 37 anni, di Codroipo (Udine) stesso lavoro in un'altra azienda. L'uomo aveva un'arma regolarmente denunciata, essendo un'ex guardia giurata. E aveva ancora la chiavi dell'appartamento.
La dinamica è apparsa subito chiara ai Carabinieri di Pordenone, allertati dal fratello di lui e da alcuni amici. Ad allarmarli un messaggio d'addio che Manuel aveva inviato sul gruppo creato nell'applicazione Whatsapp, attraverso cui si tenevano in contatto. Manuel ha scritto di non riuscire a vivere senza l'ex fidanzata, ha chiesto perdono e ha scritto "addio". In un primo tempo i militari sono accorsi a Codroipo, nell'abitazione dove era tornato a vivere da solo, temendo un caso di suicidio. Ma lì non c'era nessuno, e soprattutto non c'era la pistola di Manuel.
Una corsa a Spilimbergo, la porta forzata con l'aiuto dei Vigili del fuoco, e la scena che non lasciava alcun dubbio: omicidio-suicidio. La ricostruzione più plausibile è quella che più volte ha caratterizzato delitti simili: ieri sera Venier sarebbe entrato nell'appartamento per attendere il rientro della ragazza a fine turno di lavoro. Michela è entrata, ed è stata uccisa con quattro colpi di pistola; poi l'uomo si è tolto la vita subito dopo. "Davvero sconcertante come la morte sia stata l'unica via per superare lo sconforto", è il commento rilasciato dall'assessore alle Politiche sociali della Provincia di Udine, Elisa Asia Battaglia. Oltre a chiedere alla Prefettura di riconvocare il tavolo provinciale sul femminicidio, istituito nel settembre 2013, Battaglia ha lanciato oggi una proposta a tutti i Comuni: dedicare una via alle donne vittime di femminicidio, e alla Regione Friuli Venezia Giulia di stanziare maggiori risorse per le case di protezione, per un "vero e proprio cambiamento culturale".
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