Erika Rossi ci ha messo la regia,
il conduttore radiofonico Massimo Cirri la tagliente ironia, lo
psichiatra Peppe Dell'Acqua i ricordi e il cuore. Così i due
protagonisti, seduti su una panchina di legno di quelle corrose
dal tempo, ricordano una delle rivoluzioni
medico-cultural-sociali più radicali dei tempi moderni:
l'apertura dei manicomi voluta da Franco Basaglia. A Trieste è
andata in scena la 40/a rappresentazione, ultima di due cicli di
repliche in Italia di "(Tra parentesi) la vera storia di
un'impensabile liberazione". Era il 16 novembre 1961 quando a
Gorizia un medico di 37 anni entrò nel manicomio e rimase tanto
colpito dalla reclusione e dai metodi terapeutici medievali che
avrebbe trascinato un manipolo di psichiatri e psicologi,
sorretto da un sensibile ambiente politico, nel gorgo di una
visione che avrebbe segnato loro la vita. A Trieste, qualche
anno dopo. Tra questi, non ancora laureati, c'era Dell'Acqua,
salernitano, studente a Napoli. Giunse a Trieste disorientato,
non è più partito.
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