Sono oltre 600 i posti di lavoro a
rischio a causa delle crisi industriali che attraversano gli
impianti della Ferriera, della Wartsila e della Flex di Trieste.
Il quadro emerge al termine dell'assemblea della Cgil Fiom di
Trieste alla presenza della segretaria nazionale Francesca Re
David e del segretario provinciale Marco Relli. Per affrontare
la crisi dell'impianto siderurgico triestino, dove a rischio con
l'imminente chiusura dell'Area a caldo sono circa 550
lavoratori, tra occupati e indotto, la leader della Fiom
sostiene: "Arvedi è un imprenditore di lungo corso - ha
ricordato Re David - con una sua storia. È un'impresa italiana e
ce ne sono pochi ormai in Italia, è uno con cui è difficile
rapportarsi quindi a maggior ragione serve un sindacato forte".
In Wartsila, multinazionale dei grandi motori marini, ha
ricordato Relli, sono stati annunciati 350 esuberi di cui "50
dovrebbero essere a Trieste. Mentre per l'azienda elettronica
Flex, fa sapere, "sono 23 i lavoratori già lasciati a casa".
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