Per Gillo Dorfles i viaggi
americani, in particolar modo il primo coast to coast
nell'autunno-inverno del 1953, sono stati "cruciali" per la
formazione intellettuale. A partire dal secondo dopoguerra
incontrò negli Usa personalità di primo piano, quali studiosi di
problemi estetici e critici d'arte, come Thomas Munro, Clement
Greenberg, James Sweeney, Alfred Barr, Rudolph Arnheim, György
Kepes, e alcuni tra i maggiori architetti, da Frank Lloyd Wright
e Mies van der Rohe a Louis Kahn e Frederick Kiesler. Oggi,
nell'ambito della mostra "Il segno rivelatore di Gillo", è in
programma la presentazione in anteprima per Trieste de La mia
America (Skira editore), ultima fatica letteraria di Dorfles,
uscito postumo. Presenti la giornalista del Sole 24ore Cristina
Battocletti e la curatrice della mostra Marianna Accerboni.
Nell'occasione verrà presentato anche il libro "Bobi Bazlen.
L'ombra di Trieste" (La Nave di Teseo editore) di Battocletti,
un affondo sull'intellettuale amico molto amato e stimato da
Dorfles.
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