Se è un'opera minore, è
inaspettatamente di alto livello. E gli oltre tre minuti di
applausi che il pubblico del Teatro Verdi ha tributato alla
'Lucrezia Borgia' di Gaetano Donizetti diretta da Roberto
Gianola ne è la testimonianza. Un'opera non immediatamente
afferrabile, con un palcoscenico spesso calcato da più di 40
persone, con una scenografia moderna, con una trama animata da
valori d'antan (libretto di Felice Romani), complessa, un po' si
confonde nel caldo lessico ottocentesco. Ma arie, buona
esecuzione e bravura dei cantanti sono una bella sorpresa. A
sorprendere è anche la Lucrezia (Carmela Remigio). tratteggiata
dal regista Andrea Bernard: non la donna di potere figlia di un
Papa e moglie dell'influente Alfonso d'Este (Dongho Kim), ma
un'eroina umana nelle debolezze come nel furore, che il regista
inquadra in un contesto paragonabile ai miti greci. Lucrezia di
amor si strugge per Gennaro (Stefan Pop), ma di vendetta si
nutre, fino a morirne, colpita da un fato avverso sin dalla
prima scena.
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