''Alla contemplazione del mistero
della risurrezione del Signore Gesù abbiamo la straordinaria
opportunità di districare i tanti nodi relativi al senso del
vivere e del morire che sono giunti al pettine di tutti con
l'epidemia da coronavirus. Soprattutto la morte - non solo
quella degli altri, ma la nostra e quella dei nostri cari - si è
prepotentemente imposta con la comparsa di un virus invisibile,
ma presente ovunque. Inerti e quasi paralizzati dalla paura, ci
chiediamo: c'è una parola convincente e illuminante su questo?
Sì questa parola esiste''. E' il messaggio inviato ai fedeli dal
vescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, in occasione della
Pasqua.
''Non è una parola mia - ha proseguito il presule celebrando
nella cattedrale di San Giusto deserta - ma è una parola detta
da Dio, una parola che san Paolo ha fissato nella sua Lettera ai
Romani e che la Chiesa custodisce da sempre. È questa: "Nessuno
di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché
se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo
per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque
del Signore. Siamo del Signore: è questa la parola di cui
abbiamo bisogno per dare un senso compiuto al periodo difficile
che stiamo vivendo''.
''Affido tutti alla Madonna della Salute, vi benedico e vi
auguro una Santa Pasqua di consolazione e speranza nel Signore
Risorto'', ha concluso.
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