"Preoccupante quel gesto di
islamizzare la Hagia Sofia! Come del resto devono far riflettere
tutte quelle incarcerazioni di giornalisti e persone libere che
si sono esposte con manifestazioni per una Turchia democratica,
laica e rispettosa del diritto della libertà religiosa". E' il
commento di mons. Ettore Malnati, vicario episcopale per il
laicato e la cultura diocesi di Trieste, alla firma del
protocollo stamani per la nuova gestione di Santa Sofia, dopo la
conversione da museo in moschea. Da parte di Recep Tayyip
Erdogan il passaggio costituisce la "firma" della "scelta di
islamizzazione" ricordando che Santa Sofia è stata "per più di
mille anni chiesa cristiana" e che l'edificio fu "realizzato per
il culto cristiano dall'imperatore cristiano Giustiniano". Mons.
Malnati ripercorre la storia di Santa Sofia, ricordando che
rimase cristiana sino al 28 maggio 1453, quando Mehmet II
conquistò Costantinopoli entrò tronfio in S. Sofia, sottraendola
al culto cristiano e proclamando l'Hagia Sofia moschea, in
disprezzo ed onta dell'intera cultura e spiritualità
dell'Occidente, con l'obiettivo dell'umiliazione e
l'annientamento del mondo e della cultura cristiana, facendo di
ciò il criterio base dell'Impero ottomano. Eppure sua madre era
cristiana-serbo ortodossa", indica il vicario episcopale.
Dunque, il Pontefice romano Pio II, Enea Silvio Piccolomini "per
arginare questo 'imperialismo' e tutelare le Chiese ortodosse
del Peloponneso" chiese aiuto "ai veneziani e ai principi
cattolici" e "scrisse allo stesso Mehmet II dopo che questi
aveva conquistato la Serbia nel 1459 e nel 1460 il Peloponneso e
con ferocia nel 1462 l'isola di Lesbo e nel 1463 la Bosnia". Nel
documento Piccolomini chiese al sultano di abbracciare la fede
di sua madre, cristiana, e "di abbandonare l'odio e
l'espansionismo violato e di vivere in pace". Per mons.Malnati,
"grande è stato il gesto di Pio II. Miope l'indifferenza
dell'occidente di fronte ad un'ideologia espansionista
contrabbandata dalla 'bandiera' religiosa". Questa scelta di
Erdogan - che "si è richiamato sovente alle gesta del sultano
Mehmet II, indicando così di volersi smarcare dalla laicità di
Atatürk - è un messaggio per l'occidente e per gli stessi Paesi
islamici di integralismo ideologico che non va certo nella
direzione di una società politica tollerante e di una tensione
internazionale rispettosa di culture e spiritualità plurali".
Fenomeno che ha destato preoccupazione anche all'Onu e in Papa
Francesco.
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