"La militarità non è un abito, un
dettaglio esteriore, bensì un habitus mentale, un proporsi
eticamente e psicologicamente al senso del dovere, allo spirito
di servizio, alla solidarietà, al sacrificio". Lo ha detto il
Comandante Generale dell'Arma, Generale di Corpo d'Armata
Giovanni Nistri, intervenendo oggi alla cerimonia di
commemorazione del 105/o anniversario della Battaglia del
Podgora - dove il 19 luglio 1915 due Battaglioni di Carabinieri
si immolarono durante l'assalto a quota 240.
Nel suo intervento, Nistri ha tenuto a rimarcare un parallelo
tra l'operato dei Carabinieri in guerra 105 anni fa e quello
evidenziato oggi, in occasione dell'emergenza sanitaria.
Rispetto ad allora nei Carabinieri è infatti rimasta immutata la
"consapevolezza di dover servire al meglio il proprio Paese, la
collettività nazionale".
Nistri si era recato, dapprima, al Sacrario Militare di
Oslavia, che custodisce le spoglie di oltre 57 mila Caduti nelle
Battaglie dell'Isonzo dove, accompagnato dal presidente del
Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, e dal Prefetto di
Gorizia, Massimo Marchesiello, ha deposto una corona d'alloro
alla croce del Sacrario. In una seconda cerimonia sul Monte
Calvario, dove il 19 luglio 1915 i Carabinieri Reali del 2° e 3°
battaglione si immolarono, con gravi perdite, per conquistarne
la cima, il Comandante Generale e il sindaco di Gorizia Rodolfo
Ziberna hanno deposto corone presso l'obelisco.
Nistri era accompagnato dal Comandante Legione Carabinieri
Friuli Venezia Giulia, Generale di Brigata, Antonio Frassinetto.
La ricorrenza quest'anno assume un significato ancora più
profondo in quanto proprio 100 anni fa, per quel fatto d'armi,
la Bandiera di Guerra dell'Istituzione, presente in prima linea
nei combattimenti sul Podgora, ricevette la sua prima Medaglia
d'Oro al Valor Militare.
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