È stato inaugurato
questa mattina alla Chiros di Fossalta di Portogruaro (Venezia)
il nuovo macchinario (il primo in Italia di questo tipo) per la
produzione automatizzata di mascherine chirurgiche di tipo Ffp2
al servizio delle necessità nazionali. Un investimento cui si è
giunti grazie al fattivo supporto di Confindustria Alto
Adriatico finalizzato a una produzione media mensile di circa 6
milioni di pezzi.
«Abbiamo risposto all'appello rivolto al sistema industriale per
rendere autosufficiente il Paese in ordine ai presidi sanitari
fondamentali - le parole del presidente di Confindustria Alto
Adriatico Michelangelo Agrusti - abbiamo accettato la sfida
individuando un imprenditore disposto a rischiare del suo e al
quale abbiamo fornito tutta l'assistenza necessaria. Abbiamo
risposto a un appello patriottico: non dimentichiamoci che
all'inizio eravamo del tutto sprovvisti di questi dispositivi,
li importavamo, talvolta non sapevamo cosa fossero, i prezzi
erano elevatissimi, da pura speculazione".
"Il commissario Arcuri, allora, disse che voleva le mascherine
nelle farmacie a mezzo euro l'una, tutti insorsero dicendo che
quel prezzo avrebbe messo le aziende nella impossibilità di
poter agire in condizioni economiche - ricorda Agrusti -: i
fatti dimostrano che non era così: l'insieme del sistema ha
reagito positivamente, abbiamo una filiera quasi completa.
Questa è la testimonianza di come il nostro manifatturiero sia
in grado di fare cose complesse e rispondere anche a
straordinarie emergenze».
Agrusti ha concluso il suo intervento spiegando che «in un Paese
di gente urlante è stato dimostrato che si può essere silenziosi
e fare al tempo stesso le cose con grande successo, è l'esempio
di ciò che andrà fatto nei prossimi anni: la politica di
reshoring - ha concluso Agrusti - è fondamentale, siamo in grado
di realizzare buona parte di ciò che in questi anni abbiamo
demandato all'estero. Un'utile soluzione per aggredire la
montagna del debito pubblico».
Riproduzione riservata © Copyright ANSA