Anche un semplice prelievo del
sangue può rappresentare un'esperienza particolarmente dolorosa
e fonte di ansia per i bambini con disabilità cognitive. Questo
perché, a causa del malfunzionamento dell'area del cervello che
regola i comportamenti cognitivi complessi, non riescono a
controllare, esprimere e verbalizzare dolore o paura. Lo indica
lo studio condotto dall'Irccs materno infantile Burlo Garofolo
di Trieste e pubblicato sulla rivista Archives of Disease in
Childhood. "Abbiamo dimostrato - afferma Egidio Barbi, direttore
del dipartimento di Pediatria del Burlo - che durante un
semplice prelievo di sangue venoso, a parità di analgesici
somministrati e tecniche di distrazione utilizzate, nei bambini
con disabilità intellettive si attivano molte più aree nel
cervello rispetto ai bambini sani, sperimentando al tempo stesso
più ansia e dolore". La mappa dell'attivazione delle aree
cerebrali è stata eseguita con la tecnica di spettroscopia nel
vicino infrarosso (Nirs) , che permette di rilevare diversi
livelli di attività cerebrale, dolore e angoscia sono stati
valutati con scale di dolore validate. In generale - spiega
l'Ircss - questi bambini provano maggiore dolore rispetto ai
coetanei sani a causa dei numerosi disagi correlati alla loro
condizione, come problemi muscolari, fratture ossee e carie; a
risentirne naturalmente è la qualità di vita, infatti oltre il
50% di questi pazienti sperimenta in media 9 ore di dolore
settimanali. "Questi bambini - prosegue Barbi - non solo hanno
maggiori cause di dolore, ma difettano di meccanismi cerebrali
protettivi per elaborare lo stimolo doloroso e controllarlo, e
inoltre faticano a verbalizzare ansia, paura e sofferenza. I
risultati sono un importante punto di partenza per realizzare
protocolli utili a gestire al meglio le procedure dolorose come
i prelievi del sangue nei bambini con difficoltà cognitive".
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