Hanno percorso 630 chilometri in
una settimana da Torino a Trieste sulle loro biciclette come
segno della voglia di resistere e ripartire, senza dimenticare
la sofferenza del recente passato ma guardando comunque avanti
con fiducia. Stamani, un gruppo di giovani dell'oratorio di
Nembro (Bergamo) guidati da don Matteo Cella sono stati accolti
al molo Audace dall'assessore comunale allo Sport, Giorgio
Rossi, in occasione dell'ultima tappa del loro viaggio.
Nembro è stato uno dei centri tra i più colpiti dal Covid,
con 188 morti in poco più di due mesi, e ancora oggi è al centro
delle cronache per le indagini sull'istituzione tardiva della
zona rossa. "Chi aveva competenze e informazioni qualificate
avrebbe dovuto essere più pronto a prender in mano la
situazione", osserva don Matteo. "Adesso dà molto fastidio il
balletto dello scaricabarile tra Regione e Stato". Il sacerdote
ricorda che durante il lockdown Nembro "ha reagito anziché
lamentarsi o rassegnarsi"; "c'è stata una grande vitalità e
solidarietà di cui i giovani sono stati protagonisti".
Durante l'estate, poi, riferisce il prete, la provincia
bergamasca ha registrato un grande afflusso di persone "come
sintomo della voglia di ripartire", le quali sono state accolte
dalla popolazione del luogo che "è stata molto accorta e ha
chiesto serietà e prudenza". Nei giorni in cui il gruppo di
ciclisti da Nembro percorreva il nord Italia in bici, la curva
dei contagi a livello nazionale è tornata a crescere.
"L'esperienza ci ha insegnato che dobbiamo continuare a fare
così - afferma don Matteo -, cioè avere tutte le precauzioni del
caso ed essere attenti, ma allo stesso tempo non possiamo
lasciarci blindare di nuovo in casa o vivere con la paura".
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