"Non c'è alcun tipo di evidenza
che il virus stia cambiando". Lo ha ribadito il genetista Mauro
Giacca, professore al King's College London, a margine di un
incontro in tema di coronavirus nell'ambito del Science in the
City Festival di ESOF2020 Trieste
"C'è un'unica mutazione che si sta diffondendo, ad esempio in
Inghilterra, non in italia perché era qui fin dall'inizio, che
lo rende più infettivo". All'inizio "quando sembrava che il
virus fosse più virulento in realtà era sempre quello di
adesso", perché "il numero di persone contagiate era
10-20-30-50 volte più grande di quelle che venivano testate. Ora
che abbiamo imparato a fare il tampone in maniera capillare,
riusciamo ad andare a prendere anche gli asintomatici". Se "non
blocchiamo questi casi subito, si diffonderà di nuovo e
torneranno le rianimazioni piene".
Parlando dell'evoluzione della ricerca, Giacca ha osservato
che al termine dell'emergenza "la nostra vita sarà meglio di
prima. Ci sarà molto presto, speriamo, un vaccino, farmaci che
ci permetteranno di controllare" il covid e "fra un paio d'anni
avremo farmaci definitivi specifici". La medicina "è
velocissima, non ci si rende conto quanto progresso abbiamo
fatto da febbraio. Il problema è che per i bisogni del malato
la ricerca e la medicina sono molto lente".
Sono stati commessi errori nella gestione dell'emergenza?
"E' sbagliato parlare di errori, col senno di poi però uno
potrebbe prepararsi meglio nel caso di un futuro problema. Sono
stato uno dei critici dello stato di polizia che c'era in Italia
all'inizio, l'obbligo di stare a casa. Il messaggio giusto era
quello di stare distanti. D'altro lato il modo in cui l'italia
adesso sta rispondendo ai contagi, la prontezza in cui vengono
fatti i test, la capillarità devono essere di esempio per tutto
il mondo. Stiamo facendo benissimo", ha concluso.
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