"Ridurrà solo la rappresentatività
di interi territori, peggiorerà il funzionamento del Parlamento
rendendolo più controllabile e più poroso alle influenze delle
lobby o di altri centri di potere. Il tutto per un risparmio che
non esiste di un caffè all'anno per ogni italiano". Lo ha
affermato Tommaso Nannicini, senatore del Pd, a margine di un
incontro oggi a Trieste dedicato alle ragioni del no al
referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. "Non si è
mai vista nel mondo una riforma che cambia il numero dei
parlamentari senza cambiare le funzioni del Parlamento"
"La rappresentanza delle minoranze del territorio come quella
slovena avrà sempre meno possibilità di trovarsi un
rappresentante a Roma e un riferimento istituzionale". È il
monito lanciato dalla senatrice Tatiana Rojc (Pd), a margine di
un incontro oggi a Trieste dedicato alle ragioni del no al
referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
"Rischiamo veramente di essere malissimo rappresentati, perché
siamo la regione che uscirà più menomata se vince il sì", ha
spiegato Rojc.
"Se dovesse vincere il 'sì' al referendum, si farebbe in modo
che "i presidenti e segretari dei vari partiti scelgano chi
mettere in parlamento e dopo, quando ci saranno ancora meno
parlamentari, quello che succederà sarà che saranno ancora più
facilmente manipolabili". Lo ha affermato Furio Honsell,
consigliere regionale di Open Fvg.
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