Un "ecosistema aberrante" che aumenta l'espansione del tumore e
la sua propagazione nell'organismo, dai meccanismi molecolari
(che lo regolano) ancora poco chiari. E' il risultato di uno
studio, pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nature
Communications, svolto da ICGEB di Trieste, Università Trieste,
IFOM Milano, AIRC e AREA Science Park.
In pratica, spiegano gli scienziati, le cellule tumorali che
presentano l'oncoproteina p53 mutata subiscono alterazioni della
struttura e della funzione dell'apparato di Golgi, organulo
cellulare che funziona da stazione di maturazione, smistamento e
rilascio di proteine verso l'esterno della cellula.
Un fenomeno che si verifica soprattutto nel tumore della
mammella, la forma di cancro più diffusa fra le donne. I tumori
e le loro metastasi "non sono costituiti solo da cellule
cancerose, ma somigliano a complessi organi alterati all'interno
dei quali vengono reclutati anche diversi tipi di cellule non
tumorali a loro volta perturbati dalle cellule maligne - spiega
Giannino Del Sal, docente di Biologia applicata al dip. Scienze
della Vita dell'Università di Trieste, responsabile del
programma "Segnalazione, microambiente tumorale e metabolismo
cellulare" dell'IFOM, e Capo Gruppo del Laboratorio di "Cancer
Cell Signalling" all'ICGEB di Trieste - Queste cellule insieme a
una struttura extracellulare di sostegno (la matrice
extracellulare), forniscono supporto alle cellule tumorali
creando il microambiente tumorale".
Se si riuscisse a comprendere le regole di questo intricato
ecosistema sarebbe più semplice individuare bersagli terapeutici
mirati, è il parere degli scienziati e il loro prossimo
obiettivo in materia.
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