Una "random walk", un cammino
irregolare, che ha portato a sorprendenti dimostrazioni teoriche
e infine a un Premio Nobel, anche se 'distratto' dalla passione
per l'alpinismo. E' quanto ha raccontato oggi il fisico
britannico John Michael Kosterlitz, Nobel 2016 assieme a David
Thouless e Duncan Haldane, in un seminario online peer gli
studenti della Scuola internazionale superiore di studi avanzati
(Sissa) e del Centro di fisica teorica (Ictp) di Trieste.
In poco meno di un'ora e mezzo tra lezione e dibattito con
gli studenti, Kosterlitz ha ripercorso il suo "cammino
irregolare" che lo vide nella Scozia degli anni '50 e '60
studente svogliato, ma attratto dalla Fisica, poi a Cambridge,
Oxford, a Torino - dove si dedicò con successo all'alpinismo in
Val d'Orco - e Birmingham finendo alla Brown University. Infine
l'incontro negli anni '70 a Berkeley con Thouless, "il più
intelligente di tutti" la cui mente "viaggiava su altri
livelli".
Da quei colloqui nacquero le teorie secondo cui i materiali
possono essere compresi in termini di principi matematici di
"topologia", una forma moderna di geometria che studia diversi
tipi di spazi, in particolare superfici o strati di materiale
talmente sottili che possono essere considerati bidimensionali,
con caratteristiche diverse da quelle classiche tridimensionali
con cui abbiamo a che fare ogni giorno.
Una "teoria universale e potente", come l'ha definita Stefano
Ruffo, direttore della Sissa, che ha ricadute e sviluppi fino ai
giorni nostri, nella fisica quantistica. "Credo - è il commento
di Ruffo - che Kosterlitz insegni a occuparsi delle cose
divertendosi; l'interesse, la curiosità e il divertimento sono
aspetti fondamentali dell'attività di ricerca. Non si passano
nottate di ricerca se non c'è interesse. E un'altra cosa è
essere indipendenti, creativi, autonomi, occuparsi di cose di
cui non si occupa nessuno. Questa è la bellezza della scienza e
della ricerca. Ai giovani va dato il messaggio che anche in
condizioni difficili e poco finanziate, comunque sono in grado
dare contributi importanti. Con questo non voglio dire che non
si debba pagare la ricerca, il sostegno ci vuole, ma nello
stesso tempo è vero che i contributi più importanti vengono
anche da ricerche mosse dalla pura curiosità umana", ha
concluso.
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