Slitta almeno alla primavera 2021
il dissequestro dell'area su cui si trovano le macerie della
piscina terapeutica Acquamarina di Trieste, crollata a fine
luglio 2019. Lo riporta Il Piccolo.
La copertura dell'impianto natatorio era collassata dopo che
la piscina era stata chiusa al pubblico per consentire lavori di
manutenzione. Quest'estate il gip Massimo Tomassini aveva
concluso che gli elementi raccolti dal perito, Gaetano Russo,
non erano sufficienti a ricostruire le cause del crollo. Secondo
le prime evidenze - spiega il Piccolo - il cedimento sarebbe
imputabile a un errore di calcolo nella progettazione. Nel
procedimento sono indagate 18 persone tra progettisti,
costruttori, addetti ai lavori e dipendenti comunali. Mercoledì
scorso, nell'ultima udienza in presenza delle parti, è stato
fissato un calendario delle prossime tappe. La difesa di Fausto
Benussi, autore del progetto e direttore dei lavori di
realizzazione della piscina, ha depositato una memoria in cui si
chiede di preservare il sito, anche in vista di eventuali
accertamenti di parte. E' stato quindi individuato un direttore
dei lavori e un coordinatore della sicurezza per l'attività di
recupero dei materiali da sottoporre all'analisi ed è stato
fissato un sopralluogo per il 29 dicembre.
Russo - riporta il quotidiano - ha stimato in un mese e mezzo
la durata dei lavori di estrazione dei materiali, a cui
seguiranno le analisi e la stesura della relazione finale. La
perizia verrà quindi esaminata il 12 aprile in udienza davanti
al giudice Tommasini. Gli atti potranno tornare al pm, per
procedere con il dissequestro, solo al termine dell'incidente
probatorio.
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