"Trieste, quale città di
frontiera, deve avere un'attenzione particolare a quelle
dinamiche patologiche che talvolta possono interessare queste
aree. Collaboreremo con gli amici sloveni e, quando sarà
possibile", compatibilmente con le restrizioni anti covid,
"riprenderemo l'interlocuzione per svolgere insieme attività
istituzionali di cooperazione". Lo ha affermato il neo questore
di Trieste, Irene Tittoni, parlando di immigrazione e rotta
balcanica, nel giorno del suo insediamento.
Gli arrivi attraverso la rotta balcanica "creano problemi di
sostenibilità anche dal punto di vista sanitario". "Quello che
si può fare è lavorare sulla cooperazione": la presenza e
l'attività espletata fungono da "deterrente contro questi
favoreggiatori dell'immigrazione irregolare che lucrano in
maniera vergognosa su questo triste fenomeno".
"I numeri degli arrivi sono significativi - ha constatato - e
a livello centrale c'è la massima considerazione sulle attività
che devono essere messe in atto". Le dinamiche migratorie, ha
aggiunto Tittoni, "sono estremamente complesse, da seguire passo
passo. Dopo una fase in cui c'è stata una recrudescenza
significativa degli arrivi attraverso la rotta balcanica, oggi
anche per aspetti meteorologici, c'è un rallentamento
fisiologico. Mapperemo in maniera continuativa questo fenomeno -
ha concluso - cercando di trovare soluzioni nel rispetto della
dignità umana e tratteremo la questione con la dovuta
sensibilità".
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