Dopo il ritrovamento a dicembre di
strutture murarie di epoca romana repubblicana (I sec. a.C. - I
sec. d.C.), i resti archeologici di una struttura abitativa, che
agli esperti appare verosimilmente una capanna databile all'Età
del Bronzo Recente, tra 1300 e 1200 a.C, sono emersi nel corso
dei lavori di restauro conservativo dello storico Palazzo Dorta
a Udine. Lo rende noto il Comune friulano.
Nell'area è in corso la costruzione di unità abitative di
pregio. La scorsa settimana - riferisce la civica
amministrazione - durante i lavori per l'apprestamento del
garage interrato, sono emersi nuovi resti relativi al già noto
villaggio fortificato protostorico di II e I millennio a.C. e
nell'area del garage è emerso anche un pozzo in muratura
riferibile al periodo rinascimentale, di circa 1,5 metri di
diametro.
Le opere di scavo si stanno svolgendo sotto la sorveglianza
archeologica della ditta Arxè s.n.c., a opera di Giulio Simeoni,
e sotto la direzione scientifica del funzionario archeologo
Giorgia Musina per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e
paesaggio del Fvg. "Come sindaco di Udine e come friulano - ha
osservato il primo cittadino Pietro Fontanini - non posso che
accogliere con soddisfazione la notizia di questo importante
ritrovamento che non solo conferma la presenza sul nostro
territorio, già dall'età del bronzo, di popolazioni altamente
evolute, come testimonia la raffinatezza con cui sono realizzati
i reperti ritrovati, ma ci rivela anche - ha concluso - come già
all'epoca la zona rappresentasse uno dei principali snodi
commerciali a livello europeo".
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