"Cercare la verità fino in fondo e
attribuire le responsabilità è un nostro dovere morale. Ma non
certo nell'ottica di rinfocolare odio e antichi rancori, bensì
con l'intento di arrivare a una memoria condivisa di quei
tragici anni, e costruire in modo chiaro e onesto un rapporto
sempre più stretto di amicizia e collaborazione con Slovenia,
Croazia e gli altri popoli dell'ex Jugoslavia". Lo ha detto il
presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin,
celebrando la ricorrenza del Giorno del Ricordo oggi in Aula a
Trieste.
"Oggi facciamo tutti parte dell'Ue - ha puntualizzato Zanin -
e viviamo fianco a fianco nel pieno rispetto delle identità
nazionali così come delle minoranze linguistiche e culturali. E
dobbiamo sempre ricordare, da tutte e due le parti, che i
carnefici del passato non hanno eredi".
"Quella che ricordiamo ogni 10 febbraio - ha concluso - è
una tragedia che è stata a lungo, e colpevolmente, dimenticata".
In collegamento con l'Aula anche Egea Haffner, ritratta in
una foto storica mentre nell'estate 1946, a neanche 5 anni,
lasciava Pola con la madre. "Mio nonno era morto di crepacuore -
ha raccontato - papà Kurt era stato prelevato a casa nel 1945 e
di lui non si era saputo più nulla. Tra lutti e tragedie, mamma
Ersilia era stata costretta a raggiungere la sorella Angiolina
in Sardegna". Di quanto accadde "non ho dimenticato nulla".
Successivamente, dopo l'intervento del presidente della Lega
Nazionale, Paolo Sardos Albertini, l'Aula ha osservato un minuto
di silenzio "per tutte le vittime di quegli anni".
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