Raccontare, secondo un approccio
interdisciplinare, come furono usate le grotte in Friuli Venezia
Giulia a partire dalla Preistoria, attraverso le tracce lasciate
dagli animali e dagli uomini che le hanno frequentate. E'
l'obiettivo della mostra "Antichi abitatori delle grotte in
Friuli", proposta nel Castello di Udine dal Museo Archeologico
di Udine e dal Museo Friulano di Storia Naturale, in chiusura
della manifestazione Esof 2020 "Science of citizens".
L'evento espositivo, promosso dall'assessorato comunale alla
Cultura e curato da Giuseppe Muscio e Paola Visentini, è in
programma da domani fino al 27 febbraio 2022, ed è stato
presentato oggi nel capoluogo friulano. "Il valore di questa
mostra e del catalogo che la accompagna - ha detto il sindaco di
Udine Pietro Fontanini - sta soprattuto nel fatto di aver saputo
legare le vicende umane degli studiosi e degli appassionati al
loro contesto storico e alla dimensione archeologica e
antropologica. In questo modo ci aiuta a capire le complesse
conoscenze degli antichi abitatori del Friuli e a ricostruire le
vie del commercio".
Dalla fine dell'Ottocento a oggi, sono oltre 800 le grotte
del settore prealpino orientale, dalle Valli del Torre sino a
quelle del Natisone e dello Judrio, esplorate ed inserite
nell'apposito catasto. L'esposizione si articola in quattro
sale, su circa 250 mq, ed è collegata all'esposizione permanente
del Museo Archeologico. La prima sala racconta il carsismo in
regione e i contatti e le interazioni delle aree friulane
soprattutto nel 3/o millennio a.C., la seconda sala narra la
ricerca archeologica e speleologica, la terza si concentra sulle
Valli del Natisone nella preistoria più antica. Nella quarta
sala, si trovano di nuovo elementi delle Valli del Natisone ma
del III millennio a.C., con un approfondimento relativo alla
fauna rinvenute in grotta.
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