Un dipendente pubblico di
Pordenone, responsabile di un'associazione sportiva
dilettantistica, è indagato per truffa a danno dello Stato e
peculato in quanto in più occasioni, pur risultando "in
servizio" o assente dal lavoro per malattia, partecipava a
manifestazioni e incontri in rappresentanza del sodalizio di cui
era presidente, oppure svolgeva attività extra- professionali.
Un'altra persona risulta indagata, in concorso, anche per il
reato di peculato, poiché il funzionario, grazie al suo status
gerarchico all'interno del proprio settore di amministrazione
pubblica, impartiva disposizioni a un suo dipendente affinché,
in orario di servizio e utilizzando un mezzo dello stesso Ente
di appartenenza, svolgesse un servizio "privato" nell'interesse
del superiore.
Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha scoperto
che il funzionario indagato indebitamente utilizzava, sia in
contesti privati, sia istituzionali, il titolo di "ingegnere",
pur avendo ultimato esclusivamente un percorso triennale di
laurea e, conseguentemente, non avendo l'iscrizione all'Albo.
Con questo titolo ha condotto o proposto attività
"professionali" per soggetti ed enti pubblici, tra i quali la
Regione Friuli Venezia Giulia, l'Azienda Ospedaliera di Udine e
Comuni della provincia. Per l'usurpazione di titoli, ipotesi di
reato depenalizzata nel 1999 a seguito della riforma del
sistema, l'uomo è stato già sanzionato amministrativamente dalla
Prefettura di Pordenone.
La Procura della Repubblica ha invece disposto
l'archiviazione di altre analoghe condotte emerse, sempre con
false certificazioni di "presenza in servizio", per le quali
erano, però, maturati i termini di prescrizione. Sono in corso
approfondimenti, attraverso la Corte dei Conti, per valutare con
precisione i danni erariali.
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