Ha innovato le sonorità
dell'esecuzione violinistica ed è stato riferimento geniale
dell'età dei Lumi: Giuseppe Tartini, insigne compositore e
violinista nativo di Pirano d'Istria (oggi Slovenia), storico
maestro di cappella alla Basilica del Santo a Padova, trova a
Trieste uno spazio museale dedicato e permanente, nei "250 anni
+ 1" dalla morte, come indicano gli organizzatori.
"La stanza di Tartini", il museo transfrontaliero allestito
nella sede e per iniziativa del Conservatorio di Trieste a lui
intitolato, avrebbe dovuto essere inaugurato, in presenza, nel
2020, destinato alle celebrazioni tartiniane. Un anno dopo, nel
giorno del compleanno di Tartini - nato l'8 aprile 1692 - lo
spazio apre ufficialmente e lo fa con una visita digitale che lo
rende accessibile a tutti in un clic. Da qualsiasi latitudine
sul sito discovertartini.it sono in mostra i celebri archetti
del violino di Tartini, insieme con manoscritti, spartiti in
edizioni a stampa settecentesche, lettere, cimeli, oggetti
personali come la parrucca e persino la maschera mortuaria che
ci riporta ai suoi ultimi istanti di vita terrena.
La stanza di Tartini, a cura dei musicologi Margherita Canale
e Paolo Da Col, è collegata all'itinerario tartiniano che
include la città natale, Pirano d'Istria, e la città di Padova
dove l'opera del musicista si è dispiegata. In attesa che il
museo apra al pubblico in presenza, i visitatori, attraverso
immagini e panoramiche a 360 gradi, possono individuare online
tutti gli elementi interattivi della mostra che, di volta in
volta cliccati, schiuderanno interventi video, letture,
esecuzioni musicali.
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