Luigi Putignano
In 25 scatti, di cui tre a colori
- quelli più violenti, che rappresentano il conflitto e la morte
- sono descritti i fatti di giugno del 1991, trent'anni fa,
quando la Slovenia decise di uscire dall'agonizzante Repubblica
federale di Jugoslavia. A questo atto seguì una breve escalation
bellica, la "guerra dei dieci giorni", sconosciuta ai più poiché
le ben più gravi tragedie che sarebbero seguite avrebbero preso
il sopravvento sull'attenzione del mondo. Le 25 foto compongono
una mostra a Trieste, "Finis Jugoslaviae", che ripercorre
visivamente i momenti salienti di quella vicenda. Gli scatti
sono opera di Davorin Križmančič del quotidiano Primorski
Dnevnik, di Massimo Cetin e di Giovanni Montenero, all'epoca di
"Trieste Oggi". L'allestimento filologico della mostra è stato
realizzato da Massimo Premuda, curatore del Museo di arte
contemporanea "Ugo Carà" di Muggia (Trieste).
La mostra è visitabile negli spazi della galleria Double Room
di Trieste fino al 13 giugno. La "guerra dei dieci giorni" si è
svolta dal 27 giugno al 6 luglio 1991 e si concluse con
l'indipendenza della Repubblica di Slovenia.
"Le foto in mostra - spiega Premuda - sono immagini che
documentano il bombardamento dell'aeroporto di Brnik, alle porte
di Lubiana, l'operare dei cronisti internazionali nel vivo degli
scontri, i presìdi dei valichi di Pesek e Rabuiese, alle porte
di Trieste, passati più volte di mano tra federali e sloveni, e
infine i poliziotti e finanzieri italiani che seguivano i fatti
ad armi puntate". Immagini quasi naif con ragazzini pronti a
farsi immortalare, e altre molto cruente come il soldato
"federale" morto con il capo insanguinato chino sulla portiera
del mezzo militare. O ancora, le immagini di valichi di
frontiera quasi dimenticati dopo l'ingresso in Unione europea
della Slovenia, ma riallestiti in fretta e furia in questi mesi
di pandemia La mostra è stata realizzata nell'ambito del 32/o
Trieste Film Festival di Alpe Adria Cinema
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